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Salute è Benessere, mal di testa? Chiedi al dentista

Torna la rubrica di Ultime Notizie Flash, Salute è Benessere. In Italia circa 9 milioni di persone soffrono di emicrania mentre nel Modo si stima che siano ben due miliardi e mezzo.  Tra queste, le donne sono più colpite con un rapporto di 1 a 5 rispetto agli uomini. Il mal di testa è un sintomo comune a molte situazioni patologiche e a volte può diventare molto invalidante tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha riconosciuto malattia disabilitante. In questa intervista verrà chiesto al  Dott. Salvatore Ranieri quale ruolo gioca il  Dentista nella gestione di questo problema. Ringraziamo ancora una volta il Dottor Ranieri per la sua grande disponibilità e per la sua capacità di spiegare in modo semplice anche le cose più complesse. 

Che cos’ è il mal di testa?

Il mal di testa è una sensazione algica localizzata nella regione del capo o della parte superiore del collo. Si tratta di un sintomo molto frequente nella Società Moderna tanto da essere riconosciuta dall’OMS come la settima malattia più disabilitante. Infatti  a seconda dell’intensità e della frequenza, il mal di testa può compromettere la salute psico-fisica di un individuo comportando importanti deficit sia sul campo lavorativo che personale. Inoltre è importante non sottovalutare il problema visto che molto spesso viene affrontato in maniera non adeguata con abuso di farmaci che potrebbero portare alla cronicizzazione del dolore.

Quanti tipi di mal di testa esistono?

La “Classificazione Internazionale delle Cefalee” (ICHD), redatta dalla International Headache Society e approvata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è ad oggi il sistema di classificazione maggiormente utilizzato.

Esso classifica le cefalee in:

  • Cefalee primarie
  • Cefalee Secondarie
  • Nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari o altre cefalee.

Le cefalee primarie vengono considerate come malattie vere e proprie scatenate da cause specifiche, immediatamente identificabili legate ad esempio a scorrette abitudini di vita, a reazioni ormonali o a fattori ambientali. Tra queste troviamo la cefalea tensiva, l’emicrania e la cefalea a grappolo che rappresentano le forme più comuni di cefalea.

Le cefalee secondarie derivano invece da alcune condizioni patologiche e rappresentano uno dei loro sintomi. Possono infatti essere secondarie ad un trauma cranico, ad un tumore, a disturbi vascolari cranici o cervicali, ad infezioni batteriche o virali, a disturbi intracranici non vascolari, a abuso di sostanze endogene, a disturbi dell’omeostasi o psichiatrici.

Possono essere inoltre causati da disturbi di alcune strutture ed organi del distretto testa-collo come occhi, naso, seni paranasali, bocca e denti.

Le nevralgie craniche sono invece un gruppo di cefalee provocate dall’infiammazione dei nervi cranici e/o cervicali.


Esiste una cura per il mal di testa?

Visto la varietà e complessità delle cause di questo sintomo è senza dubbio importante rivolgersi a medici competenti che sappiano effettuare una corretta diagnosi e decidere il piano di cura più adeguato. Non esiste quindi una singola cura ma questa dipende dalla tipologia e dalla causa della cafalea.

Qual è a questo punto il ruolo del dentista?

Il dentista gioca un ruolo importante nell’individuare il mal di testa, riconoscere la causa soprattutto se è di tipo dentale o muscolo tensiva e inviare il proprio paziente da specialisti per  approfondimento più mirati.

In che modo il dentista può agire?

Nei casi in cui la cefalea dipende da fattori occlusali-funzionali, il dentista può intervenire risolvendoli. Può ad esempio risolvere la cefalea eliminando il dolore dentale oppure nei casi di cefalee muscolo-tensive provocate da una iperattività dei muscoli masticatori, può progettare un dispositivo orale, tipo bite, che può contribuire al rilassamento muscolare e all’eliminazione della tensione algica.

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Salute è Benessere, il fluoro ai bambini: possibili rischi e consigli utili

Molti sono ancora i dubbi tra le mamme e i papà riguardo la prevenzione dentale nei bambini.  Da uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è emerso che circa il 21,6% della popolazione italiana sotto i 4 anni presenta almeno una carie nella cavità orale; percentuale che raddoppia (43,1%) nei bimbi di 12 anni. Come fare per diminuire il rischio di carie per i piccoli di casa? Quando si deve cominciare a fare prevenzione? Su queste ed altre domande farà chiarezza come sempre il Dott. Salvatore Ranieri in collaborazione con la Dott.ssa Claudia Santariello, specializzanda in Ortognatodonzia presso l’Università di Roma “Tor Vergata”.

D: Cos’è la prevenzione della lesione cariosa?

R: La prevenzione racchiude l’applicazione di tutte le misure necessarie per ridurre il rischio di nuove lesioni cariose e per arrestare la progressione delle carie in fase iniziale; tra queste la fluoroprofilassi rappresenta il metodo ad oggi più efficace.

D: cosa si intende per fluoroprofilassi?

R: La fluoroprofilassi è la somministrazione di fluoro al fine di rinforzare lo smalto dei denti. Il fluoro infatti ha una duplice azione :

  • Effetto sulla struttura del dente (gli ioni fluorosostituiscono gli ioni idrogeno formando una sostanza, la fluoroapatite, molto piu’ solida e resistente dell’idrossiapatite.)
  • Effetto antienzimatico (con inibizione della glicolisi batterica) che agisce come antifermentativo. Quindi il fluoro aiuta lo smalto a resistere meglio agli attacchi della placca batterica.

La somministrazione di fluoro può avvenire sia per via sistemica (gocce, compresse) sia per via topica (dentifrici, vernici, gel) ma dagli ultimi aggiornamenti delle Linee guida del Ministero della Salute  (Novembre 2013) si evince che l’efficacia dei dentifrici o gel ricchi di fluoro è di gran lunga maggiore rispetto all’assunzione di compresse o gocce.

Grazie al dottor Ranieri per le sue risposte

 

  DOTT.ssa Claudia Santariello

D: E’ preferibile quindi una somministrazione locale di fluoro?

R: Assolutamente si. Ci sono diversi studi che dimostrano una diminuzione di incidenza di carie grazie all’utilizzo di fluoro topico associato a minori effetti collaterali, quali la fluorosi dentale.

D: In cosa consiste la fluoroprofilassi locale?

R: Il dentifricio fluorato è lo strumento principale di prevenzione contro la carie. Consiglio a tutti i genitori di provvedere prima e supervisionare poi le manovre di igiene orale quotidiane dei figli. Non meno importante è la quantità di dentifricio impiegato: una quantità minima da 0 a 3 anni e una quantità pari a un “pisello” dai 3 anni in su. Questo per ridurre al minimo, soprattutto nei primi anni di vita, la quantità di fluoro ingerita ed il rischio di fluorosi.

D: Cos’è la fluorosi dentale?

R: La fluorosi è un’alterazione soprattutto estetica conseguente ad un’eccessiva ingestione di fluoro durante la formazione di smalto caratterizzata da macchie o striature biancastre sulla superficie con aumentata porosità dei denti.

D: in che modo è possibile ridurre il rischio di carie nei bambini più predisposti?

R: Se il piccolo paziente presenta un maggior rischio di carie è di fondamentale importanza far rientrare il bambino in un programma di prevenzione presso uno studio odontoiatrico qualificato. Dall’età di 5 anni è possibile infatti effettuare delle applicazioni di gel o vernici ad elevate concentrazioni di fluoro con una frequenza semestrale che assicura il controllo dell’insorgenza della carie.

Ringraziamo la dottoressa per la sua disponibilità.

 

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Salute è Benessere, finalmente l’apparecchio invisibile: ecco di cosa si tratta

La nostra rubrica Salute è Benessere oggi è dedicata all’Ortodonzia Invisibile. Come sempre è il nostro Dott. Salvatore Ranieri che ci aiuta a dare le risposte che cerchiamo. Avere denti dritti ed un sorriso perfetto è un sogno che accomuna molte persone. Se in passato allineare i denti e correggere una malocclusione era appannaggio quasi esclusivamente del bambino e dell’adolescente, adesso sempre più richieste vengono fatte anche dall’adulto. Le esigenze dell’adulto però differiscono di molto da quelle del bambino. Per l’adulto infatti, la terapia ortodontica deve essere rapida e soprattutto non deve compromettere le relazioni sociali e lavorative. Oggi tutto ciò è possibile grazie ad alcune sistematiche che fanno parte della cosiddetta Ortodonzia Invisibile.

Ecco per voi le risposte del nostro Dottor Ranieri

Quali sono le metodiche invisibili ad oggi utilizzate?
A differenza dell’ortodonzia classica, che prevede l’uso di attacchi metallici “bracket” sulla superficie esterna del dente, l’ortodonzia invisibile si propone di usare delle metodiche che sfuggono allo sguardo di chi le osserva.
Ad oggi esistono due tipi di sistemi “invisibili”:
• Ortodonzia linguale
• Allineatori trasparenti

Cosa si intende per ortodonzia linguale?
L’ortodonzia linguale è una tecnica che permette di allineare i denti e di correggere le malocclusioni dentali utilizzando brackets e fili metallici sul lato linguale dei denti, ossia sulla porzione non visibile.
Oggi grazie alle ultime tecnologie in campo odontoiatrico ed informatico, è possibile realizzare attacchi e fili di piccole dimensioni e altamente precisi in grado di minimizzare i fastidi provenienti dalla terapia e ottenere buoni risultati.

In cosa consistono invece, gli allineatori trasparenti?
Gli allineatori trasparenti sono delle mascherine trasparenti costituite da materiale di tipo plastico (policarbonato, poliuretano) altamente biocompatibile che aderiscono perfettamente alla superficie dei denti da spostare.
Esse sono completamente trasparenti, invisibili dall’esterno, e hanno il vantaggio di poter essere rimosse dal paziente durante i pasti, durante le manovre di igiene orale o in qualsiasi altra circostanza.

In che modo lavorano gli allineatori invisibili?
Gli allineatori invisibili lavorano esprimendo una leggera forza elastica insita nel materiale che consente di spostare i denti di pochi mm per volta.
Partendo da una corretta raccolta dei records diagnostici che consente di realizzare un piano di trattamento completo, vengono costruite una serie di mascherine che periodicamente vengono sostituite.

Quali sono i limiti degli allineatori?
Come per tutti i dispositivi mobili, la compliance del paziente è uno dei principali limiti. Per poter funzionare infatti, gli allineatori devono essere indossati per almeno 22 ore al giorno, tutti i giorni fino al termine della terapia.
Un altro limite è rappresentato dai costi che sono sicuramente più elevati rispetto alle tradizionali tecniche ortodontiche.

Con gli allineatori invisibili è possibile trattare ogni tipo di malocclusione?
Gli allineatori invisibili sono un ottimo ausilio terapeutico per alcuni tipi di malocclusioni.
È quindi importante effettuare un’accurata visita da parte dello specialista in ortodonzia, per valutare la fattibilità del trattamento e decidere insieme il piano di trattamento e la metodica più adatta al paziente.

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